22 apr 2007

La storia della ragnatela

Aveva sempre avuto paura dei ragni. Una paura tremenda. Le bastava vedere un ragno, piccolo, su una parete lontana per sentire tutto il suo corpo irrigidirsi, il sudore bagnare le mani e la fronte, le gambe tremare. Le aveva provate tutte per cercare di liberarsi dall'aracnofobia. Una volta era addirittura riuscita a trovare uno specialista che le aveva prescritto una terapia shock: un paio d'ore a settimana da passare in una stanzetta minuscola piena di ragni di tutti i tipi. Aveva rischiato di morire dalla paura. Avevano dovuto tirarla fuori dopo cinque minuti in preda ad una crisi di nervi.
Il suo sogno era di vivere in campagna,in una piccola casetta con tanta terra intorno, ma il pensiero di doversi scontrare con i ragni di campagna, quelli con il corpo piccolo e tondo e le zampe lunghe sottili, l'aveva spinta a rinunciare al progetto.
Si era rassegnata a vivere in città. Dove di ragni se ne vedevano pochi. Certo non mancavano zanzare e scarafaggi, ma la presenza di questi insetti non la disturbava neanche un po'.

Poi un giorno, un giorno qualunque...era uscita con una sua amica. Una birra nel solito pub. Aveva conosciuto un ragazzo che l'aveva corteggiata in maniera discreta. A lei non piaceva, ma non poteva negare a se stessa che le facesse piacere ricevere le attenzioni di quel ragazzo tanto gentile. Così non aveva fatto mai niente per scoraggiarlo. Anzi, faceva di tutto per mostrarsi splendida. Così, dopo un paio di mesi, il ragazzo si era sentito in diritto si esternarle i propri sentimenti..sempre con l'abituale delicatezza. Lei si era irrigidita. L'aveva attaccato. Gli aveva detto che non si doveva permettere di fraintendere i suoi comportamenti, che non aveva mai detto o fatto niente per indurlo a credere che tra loro sarebbe potuto succedere qualcosa. Che voleva solo la sua amicizia...etc...etc...
Il ragazzo, mortificato, le aveva chiesto scusa ed era sparito dalla sua vita.

Ieri la ragazza ha ricevuto una lettera da quel ragazzo.
"Ho pensato a lungo prima di scriverti. Volevo trovare una metafora chiara per spiegarti come mi sento. Alla fine l'ho trovata. Tu sei come un ragno, che tesse la sua ragnatela, lo fa istintivamente, e poi un giorno si accorge che una mosca è rimasta impigliata. L'unica differenza tra te e il ragno è la vanità. Bisogna aver paura delle persone come te!"

16 apr 2007

La storia della processione

Salonicco...non credevo che avrei trovato il coraggio di rimetterci piede.
Ne avevo vissute troppe a Salonicco per poter sopportare di nuovo la vista di quei palazzi, quelle strade,quel lungomare,quella torre bianca,quel negozietto,quella pietra...
E invece ce l'ho fatta,forse spinta da una disperazione più profonda della paura.
Così mi sono ritrovata in giro per la città.Immagini viste mille volte. Scene viste mille volte. Ma i protagonisti? Non ci sono. Ci sono solo io.

E allora rivedo..rivedo trenta ragazzi sotto l'arco di Kamara,si sono dati appuntamento lì..parlano,parlano..decidono dove andare a passare la serata. La porta del Creta club(nessuno ha mai saputo il nome vero),i vetri un po' appannati, dentro gente che beve e gioca, fuori qualcuno che canta e abbraccia l'amico e qualcuno che vomita dentro il secchio dell'immondizia. "Mamma ,mamma...dove sei mamma??". Una ragazza e due ragazzi camminano sulla paralia, è notte, barcollano ma si tengono per mano,poi si siedono e pensano di buttare i cellulari in mare. No..non l'hanno mai fatto. Però lui ci si era buttato in mare, proprio in quel punto. Si..si era buttato in quell'acqua lercia. E proprio lì, di spalle alla torre bianca lui aveva scattato quella foto meravigliosa in bianco e nero. E il vecchietto, il vampiro, kokoras..ragazzi..non c'è più, è morto,il locale è chiuso. Quella notte mi aveva venduto una bottiglietta di ouzo, mi aveva detto di non berla da sola..l'aveva capito che la volevo proprio per quello. E dalla finestra lì su,si era affacciata per urlare a quelli di sotto " Non si può più neanche scopare in pace in questa città?" e quelli di sotto avevano riso tanto. E proprio nel punto dove quelli ridevano tanto lei aveva incrociato gli occhi più puri del mondo. E solo lì e in nessun altro posto li avrebbe mai rivisti. E quel posto era ancora lì. E quella casa era ancora lì. Le bottiglie di gin dappertutto. L'eco della festa,della musica, degli abbracci e baci..si sente ancora.

Ed è per questo che mi sembra perfetto trovarmi ora per le strade di Slonicco, vestita di nero, una candela in mano, nella processione del venerdì santo. Signore aiutami,signore aiutami.

La mia amica è molto osservante, non lo sapevo. Appena arrivata mi ha portata alla processione. Ben trovata Salonicco..dovevo cominciare con l'espiare i peccati.