13 lug 2007

Parentesi romana tre

Termini. Metro.
Sono riuscita a conquistare un posto a sedere in prima fila..nell'attesa che arrivi il treno. Alla mia sinistra una donna anziana che sonnecchia, alla mia destra una ragazza sui trenta che legge "Metro"..e ancora più a destra donna negra con una bimba di due anni che le dorme sulla pancia, tre buste della spesa ai piedi, un bustone di vestiti..e cellulare in mano.
Arriva il treno..e io mi domando: "Ma adesso come farà lei (la negra),con tutte quelle buste e la bimba..??"..la osservo e rimango incantata. Si alza,rapidissima, afferra le buste e il bustone con una mano sola, con l'altra tiene il cellulare e la borsa..e la bimba...la bimba dorme e si tiene aggrappate alla madre..da sola. Ma..ma...giuro che tiene gli occhi chiusi.
Il treno si ferma,si aprono le porte e la negra..altissima..si precipita dentro il vagone..forse ha fretta di posare tutte quelle buste..forse teme che sua figlia possa mollare la presa..non so..fatto sta che non lascia scendere i passeggeri..li placca tutti ed entra. E naturalmente si becca una bella dose di occhiatacce velenose ed insulti razzisti..

E questa è invidia..lasciatevelo dire!!
Ve la immaginate la perfetta mamma italiana trenenne che entra in metro con il passeggino all'inglesina con la bimba tutta vestita carina, la borsa del cambio pannolino che sbuca da qualche tasca multiuso, la suocera che la aiuta con gli scalini..e ve le immaginate le stesse vecchie isteriche che hanno appena insultato la negra..come si danno da fare ad aiutare la mamma modello..quanti sguardi amorevoli...
Questa è invidia. Invidia per la manifesta superiorità della negra!!
Dimostratemi il contrario!

10 lug 2007

L'agenzia di viaggi

In un'ora e mezza di fila in un'agenzia di viaggi se ne sentono davvero tante!

Prima scrivania: due neo diplomati incerti se andare a Mikonos o a Ios.
L'agente:vi dico subito che se volete andare a Ios rischiate di passare una notte a Santorini,perchè il volo non è diretto. Se andate a Mikonos il volo è diretto.
I ragazzi:vabbè..se è così andiamo a Mikonos.
(Ma come "rischiate" di passare una notte a Santorini??? Ma lei,agente,c'è mai stato a Santorini..e di notte??? Ma lo sa che è una meraviglia??? Che varrebbe la pena prendere quel biglietto solo per fermarsi una notte a Santorini??? )


Seconda scrivania:ragazza che vuole partire da sola per Ibiza (che poi si chiama Evisa..vabbè).
Ragazza:no,questo hotel è troppo lontano dal centro.Poi per andare la sera in discoteca è un macello.Prendi il taxi per andare e tornare..no..no. No,questo non c'ha la piscina,io una nuotatina la mattina me la devo fare. No,no..questo non c'ha la palestra..per me la palestra è fondamentale..
(Oh!! Ma questa non voleva andare in vacanza??)

..continua...

Il manifesto di Lars Von Trier

PRIMO MANIFESTO
Apparentemente, va tutto bene: i registi vivono un'unione senza inclinature con i loro film. Forse il loro amore risente vagamente della routine, ma sono comunque relazioni solide, in cui le piccole noie quotidiano occupano il tempo tanto da diventare tutta la relazione, così che ne sono il solo contenuto! Insomma, un ménage ideale che non disturba neanche i vicini: non ci sono litigate rumorose durante la notte... niente scene di persone seminude sulle scale. No, si tratta di un matrimonio fra due poli: il maschio regista e la "femmina-film" per la soddisfazione di tutti e tuttavia... ci rendiamo tutti conto che il momento della Grande Fatica è arrivato!Come hanno potuto le così tempestose storie d'amore del nostro passato ridursi in matrimoni razionali? Cos'è accaduto a quei vecchi maschi? Che cosa ha potuto corrompere quei grandi maestri dell'attrazione sessuale? La risposta è evidente: a causa di una voglia di piacere e di una grande paura di essere smascherati (non è grave essere impotenti se la vostra compagna vi volta le spalle da tempo), essi hanno tradito quello che all'inizio dava vita alla loro relazione: il fascino!I registi sono i soli colpevoli di questa scialba routine. Come despoti non hanno mai dato alle loro beneamate la chance di illuminarsi in una relazione amorosa... Per orgoglio, non hanno voluto vedere la scintilla miracolosa dello sguardo delle loro "compagne-film". Le hanno infrante... e si sono infranti loro stessi.Questi vecchi maschi induriti devono morire! Non ci accontenteremo più di "film benevoli dai messaggi umanistici", vogliamo più verità: fascino e sensazione, infantili e puri come ogni vera arte. Vogliamo ritornare a un'epoca in cui l'amore fra il cineasta e il suo film era ancora fresco e ogni immagine trasudava voglia di creare!Non ci accontentiamo più di succedanei. Vogliamo della religione, sullo schermo. Ci auguriamo di vedere delle "amanti film" piene di vita: che siano assurde, stupide, testarde, estatiche, ripugnanti, mostruose... e non addomesticate o rese asessuate da un regista moralista, un noioso puritano che acclama le virtù rincretinenti del bon ton. Vogliamo vedere film eterosessuali fatti per, su e da veri uomini. NOI CERCHIAMO LA SENSUALITÁ.

Pubblicato il 3 maggio 1984in occasione dell'uscita dell' Elemento del crimine in Danimarca

Questo è dedicato alle "signorine"..in risposta ad una spinosa questione da loro sollevata,che tanti commenti suscitò.

4 lug 2007

Un piccolo consiglio

Vi rimando ad un interessantissimo articolo de "Il Manifesto" sulla Nestlé.
www.ilmanifesto.it/terraterra/archivio/2007/Luglio/468a7effd2971.html

3 lug 2007

L'alienazione

Soffermatevi sul concetto di alienazione,,cinque minuti..non di più.
Entrare in ufficio. Accendere il computer. E aspettare che passino 8 ore.
Tutti i giorni,dal lunedì al vanerdì.
Per guadagnare dei soldi che sarai obbligato a spendere per le ferie ad Agosto.
Rigorosamente alta stagione.
E li spenderai anche per i vestiti..perchè non si può andare in ufficio in jeans e maglietta.
E li spenderai per il cibo pronto,surgelato o precotto..perchè non avrai tempo per cucinare.
E li spenderai anche per la psicoterapia di coppia..perchè dopo un po' ti darà fastidio anche solo sentire la voce del tuo compagno.
etc...etc...
Però, in compenso,navighi gratis tutto il giorno.
Continuiamo così..facciamoci del male.

25 giu 2007

Il tempo dei banchetti

Questo è il tempo dei banchetti. Comunioni, cresime, matrimoni come se la gente non avesse altro da fare. Concedetevi qualche minuto, appena ne avrete l'occasione, per osservare la gente ad un buffet: è una fantastica metafora dell'esistenza umana.
I partecipanti si dividono, generalmente, in tre categorie:
1) Le cavallette. Splandida metafora degli arraffoni, arrampicatori sociali, egoisti etc etc. Si gettano sul cibo totalmente incuranti del prossimo. Riempiono i loro piattini di plastica fino al limite con gesti rapidi. Non si fermeranno mai a riflettere:"Ma se io mangio tutto questo, forse non ne lascio a sifficienza agli altri". Ed è un po',in fondo, l'atteggiamento di tutto il mondo sviluppato nei confronti di quello "povero". Utilizziamo tutte le risorse di cui abbiamo bisogno..che ci importa se a causa nostra il resto del mondo muore.
In genere, numericamente, questi sono la maggior parte.
2) I nobili. Altra fantastica metafora di quelli che si sentono superori a certe dinamiche e che non si mischierebbero mai con certa plebaglia. In genere vanno ai buffet "già mangiati". Li vedi seduti, che sorseggiano un prosecco e che si guardano intorno un po' divertiti e un po' schifati. Sarebbero un po' come la classe dirigente che fa finta di essere in mezzo al popolo...ma in realtà lo snobba.
Da non confondere, attenzione, con quelli che semplicemente si vergognano di tuffarsi nella mischia, per l'educazione ricevuta o per un semplice fatto estetico. Questi sono gli alternativi.
Entrambe le categorie sono poco numerose.
3) Gli emarginati. Bellissimi. Invece di buttarsi sul cibo si buttano sull'alcol. E fumano 300 sigarette. Mangiano solo se avanza qualcosa e quando tutti gli altri si sono allontanati. In genere vanno d'accordo con gli alternativi. Il numero di questi soggetti varia enormemente secondo il contesto.
Io, in genere, mi schiero tra gli alternativi...ma anche questo sta cambiando.

19 giu 2007

L'entropia della magia

Un guizzo di schiuma negli occhi secchi
e gocce di cannella nella bocca asciutta

"Due righe su un foglietto stropicciato nella tasca nei pantaloni. Un messaggio lasciato da qualcuno con discrezione. Una dichiarazione d'amore. Ma chi le fa più oggi queste cose. Deve essere un pazzo..o un poeta"...così pensava Veronica passeggiando sul lungo mare.."Lasciamo stare"
Vabbè..un po' di magia persa.


Luca cammina per un vicoletto puzzolente di Firenze. Giornata pesante in facoltà.
I pensieri rivolti alla tesi, al professore bastardo...uffa che caldo.
Ragazza dagli occhi verdi lo sfiora passando in bicicletta. Dallo zaino le cade un quaderno ma non se ne accorge.
Luca lo raccoglie. C'è nome, cognome e indirizzo. Gira l'angolo e si ferma dal fioraio. Compra una gerbera rossa, la infila tra le pagine del quaderno e lo porta all'indirizzo.
Lascia anche un biglietto..due righe sugli occhi verdi della ragazza.
Meno male..un po' di magia ritrovata.

Appello: Aiutateci a mantenere costante il livello di magia.

Dedicato a Luca mou!

12 giu 2007

Le idee confuse, numero due

Quante leggi assolute esistono sull'amore.
Una rete di stereotipi dalla quale non si può uscire senza scontrarsi con il concetto di "normalità".

...se non sei geloso/a non mi ami...
...se prefrisci uscire con i tuoi amici non mi ami...
...se non mi dici che mi ami non mi ami...
...se mi tradisci non mi ami...
...se non ti ricordi il mio compleanno, il nostro anniversario..non mi ami...
...non si possono amare due persone contemporaneamente...

"Se raccontassi ad i miei amici questa storia mi darebbero sicuramente ragione, perchè il tuo comportamento non è normale"
Ma io..io..non sono normale..perchè mi dovrei comportare in modo normale?

5 giu 2007

La corda sotto un equilibrista

I miei piedi sono sulla tua testa.
E sulle tue braccia aperte faccio un passo avanti e uno indientro..uno avanti..uno indietro.
Da qui non posso scendere..posso solo cadere.
Lo senti come tremano le mie gambe? Sono meno immobile di quello che credi.
Ho paura. Un equilibrista ha paura. Adesso lo sai.

25 mag 2007

Un'equilibrista sulla corda

Un'equilibrista sulla corda.
Lo vedi?
Sembra non abbia fatto altro nella vita che starsene a passeggio lì su.
Sorride,sicuro.
Mi sono sempre chiesta quanta paura abbia di cadere.
Forse non ne ha.
O forse é proprio la paura di cadere che lo fa arrampicare ogni volta.
Tu non sei un equilibrista nato.
E si nota.
Non sorridi, sicuro.
E adesso che stai perdendo l'equilibrio resti immobile.
Ma te lo immagini un equilibrista immobile?
E' proprio nel momento in cui perde l'equilibrio che comincia a muoversi.
Cerca un'altro punto di appoggio,più stabile.
Correndo il rischio di trovarne uno meno stabile e cadere.
Ma altrimenti cadrebbe comunque,no?
Dove sono i tuo piedi?

23 mag 2007

Frammenti di discorsi poco....

Le relazioni non si costruiscono sulle paranoie ma sulle larghezze

Max

10 mag 2007

Frammenti di discorsi...

So quello di cui ho bisogno e non accetto niente che sia inferiore per cui debba sforzarmi di credere che non lo sia.

Dedica

Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d'incontri
se il pensiero resta alto e il sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga
che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche aromi
penetranti d'ogni sorta, più aromi
inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca
- raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Kavafis

6 mag 2007

La storia della lampada a petrolio

Era il millenovecento e qualcosa..quasi quaranta forse. In questo paese esisteva una cosa che si chiamava "fare l'amore". Fare l'amore era quello che facevano due giovani fidanzati : si incontravano a casa dei genitori e parlavano al lume della lampada a petrolio in un angolo della stanza..a due metri dalla famiglia. Quello era fare l'amore.
Angelina era una giovane fortunata poiché riusciva a fare l'amore col suo ragazzo a circa quattro metri dalla famiglia. Aveva,infatti, una vista acutissima e poteva infilare il filo nell'ago quasi al buio. Si metteva con il ragazzo vicino alla finestra più lontana dalla lampada a petrolio. Così cuciva e faceva l'amore .
Poi, per un periodo, venne portata l'elettricità nelle case. Razionata secondo orari imposti. Due o tre ore al giorno al massimo. Che bello. Tutti si abituarono presto alla nuova luce.
Poi venne una guerra e l'elettricità sparì.
Angelina era una giovane come tutte le altre adesso. Dopo essersi abituata alla luce elettrica non riusciva più ad infilare il filo nell'ago quasi al buio e così cominciò a fare l'amore seduta vicino alla mamma e alle sorelle.

Le idee confuse, numero uno

Le idee confuse sono di più di quelle chiare.
Dedichiamo loro un piccolo spazio di riflessione.
Come sempre comincio io..e spero..continuo a sperare..che qualche voce lontana si unisca.

La prima idea confusa che mi viene in mente è quella sul DIRITTO ALLA SOPRAVVIVENZA.
Ci siamo cresciuti un po' tutti con questa idea che per il solo fatto di nascere si acquisisce anche il diritto di rimanere in vita. Non si può non avere niente da mangiare. Non si può non avere un vestito per coprirsi. non si può non avere un lavoro..sarebbe ingiusto perchè quello al lavoro è un diritto..etc..etc...
Bhè..mi sa tanto che non è così. Che questa idea ce la dobbiamo togliere dalla testa. Non ci deve niente nessuno. Il diritto alla sopravvivenza non esiste.

22 apr 2007

La storia della ragnatela

Aveva sempre avuto paura dei ragni. Una paura tremenda. Le bastava vedere un ragno, piccolo, su una parete lontana per sentire tutto il suo corpo irrigidirsi, il sudore bagnare le mani e la fronte, le gambe tremare. Le aveva provate tutte per cercare di liberarsi dall'aracnofobia. Una volta era addirittura riuscita a trovare uno specialista che le aveva prescritto una terapia shock: un paio d'ore a settimana da passare in una stanzetta minuscola piena di ragni di tutti i tipi. Aveva rischiato di morire dalla paura. Avevano dovuto tirarla fuori dopo cinque minuti in preda ad una crisi di nervi.
Il suo sogno era di vivere in campagna,in una piccola casetta con tanta terra intorno, ma il pensiero di doversi scontrare con i ragni di campagna, quelli con il corpo piccolo e tondo e le zampe lunghe sottili, l'aveva spinta a rinunciare al progetto.
Si era rassegnata a vivere in città. Dove di ragni se ne vedevano pochi. Certo non mancavano zanzare e scarafaggi, ma la presenza di questi insetti non la disturbava neanche un po'.

Poi un giorno, un giorno qualunque...era uscita con una sua amica. Una birra nel solito pub. Aveva conosciuto un ragazzo che l'aveva corteggiata in maniera discreta. A lei non piaceva, ma non poteva negare a se stessa che le facesse piacere ricevere le attenzioni di quel ragazzo tanto gentile. Così non aveva fatto mai niente per scoraggiarlo. Anzi, faceva di tutto per mostrarsi splendida. Così, dopo un paio di mesi, il ragazzo si era sentito in diritto si esternarle i propri sentimenti..sempre con l'abituale delicatezza. Lei si era irrigidita. L'aveva attaccato. Gli aveva detto che non si doveva permettere di fraintendere i suoi comportamenti, che non aveva mai detto o fatto niente per indurlo a credere che tra loro sarebbe potuto succedere qualcosa. Che voleva solo la sua amicizia...etc...etc...
Il ragazzo, mortificato, le aveva chiesto scusa ed era sparito dalla sua vita.

Ieri la ragazza ha ricevuto una lettera da quel ragazzo.
"Ho pensato a lungo prima di scriverti. Volevo trovare una metafora chiara per spiegarti come mi sento. Alla fine l'ho trovata. Tu sei come un ragno, che tesse la sua ragnatela, lo fa istintivamente, e poi un giorno si accorge che una mosca è rimasta impigliata. L'unica differenza tra te e il ragno è la vanità. Bisogna aver paura delle persone come te!"

16 apr 2007

La storia della processione

Salonicco...non credevo che avrei trovato il coraggio di rimetterci piede.
Ne avevo vissute troppe a Salonicco per poter sopportare di nuovo la vista di quei palazzi, quelle strade,quel lungomare,quella torre bianca,quel negozietto,quella pietra...
E invece ce l'ho fatta,forse spinta da una disperazione più profonda della paura.
Così mi sono ritrovata in giro per la città.Immagini viste mille volte. Scene viste mille volte. Ma i protagonisti? Non ci sono. Ci sono solo io.

E allora rivedo..rivedo trenta ragazzi sotto l'arco di Kamara,si sono dati appuntamento lì..parlano,parlano..decidono dove andare a passare la serata. La porta del Creta club(nessuno ha mai saputo il nome vero),i vetri un po' appannati, dentro gente che beve e gioca, fuori qualcuno che canta e abbraccia l'amico e qualcuno che vomita dentro il secchio dell'immondizia. "Mamma ,mamma...dove sei mamma??". Una ragazza e due ragazzi camminano sulla paralia, è notte, barcollano ma si tengono per mano,poi si siedono e pensano di buttare i cellulari in mare. No..non l'hanno mai fatto. Però lui ci si era buttato in mare, proprio in quel punto. Si..si era buttato in quell'acqua lercia. E proprio lì, di spalle alla torre bianca lui aveva scattato quella foto meravigliosa in bianco e nero. E il vecchietto, il vampiro, kokoras..ragazzi..non c'è più, è morto,il locale è chiuso. Quella notte mi aveva venduto una bottiglietta di ouzo, mi aveva detto di non berla da sola..l'aveva capito che la volevo proprio per quello. E dalla finestra lì su,si era affacciata per urlare a quelli di sotto " Non si può più neanche scopare in pace in questa città?" e quelli di sotto avevano riso tanto. E proprio nel punto dove quelli ridevano tanto lei aveva incrociato gli occhi più puri del mondo. E solo lì e in nessun altro posto li avrebbe mai rivisti. E quel posto era ancora lì. E quella casa era ancora lì. Le bottiglie di gin dappertutto. L'eco della festa,della musica, degli abbracci e baci..si sente ancora.

Ed è per questo che mi sembra perfetto trovarmi ora per le strade di Slonicco, vestita di nero, una candela in mano, nella processione del venerdì santo. Signore aiutami,signore aiutami.

La mia amica è molto osservante, non lo sapevo. Appena arrivata mi ha portata alla processione. Ben trovata Salonicco..dovevo cominciare con l'espiare i peccati.

28 mar 2007

Come capire quando un uovo è lesso

Quando ritieni di aver fatto bollire l'uovo a sufficienza, tiralo fuori dall'acqua e poggialo su un piano (il tavolo non sarebbe male), fallo ruotare su se stesso come una trottola. A seconda della rotazione capirai se l'uovo è pronto o no.
Se gira senza rallentare subito (tendente ad un moto perpetuo...per capirci) è cotto.
Se no..rimettilo a bollire.

La storia di Santorini...continua

In tre giorni ho già girato tutta l'isola in lungo e in largo.
Domani prenderò il traghetto per tornare indietro.
Prima di partire voglio salutare Spiros e voglio promettergli che tornerò a Santorini, un giorno, e che gli porterò del buon vino italiano per sdebitarmi.
A Mesa Pigadia c'è una taverna ma sembra che non ci sia nessuno. Mi avvicino ad una finestra per cercare di guardare dentro e vedo Spiros che sta cercando di aggiustare una panca di legno. Mi vede e corre ad aprire la porta. Non sperava che sarei andata a trovarlo, dice.
Mi fa entrare e si scusa per il disordine e la polvere. A giugno sarà tutto perfetto.
C'è un pentolino su un fornello, l'acqua bolle. Spiros mi chiede se conosco il trucco per capire quando un uovo è lesso.
No..proprio non ne ho idea.
Dice che è semplice. Mette tre uova nell'acqua che bolle emi guarda sorridendo. "Vedrai"..pensa.
Mentre aspettiamo che le uova siano pronte mi chiede come sono stati i miei giorni a Santorini.
Con il mio greco poverissimo riesco a fargli capire che sono entusiasta (questa è facile..è una parola greca) e gli racconto anche dell'anziano della spiaggia rossa.
Spiros chiude gli occhi e scuote la testa.
"Tu lo sai chi è quell'uomo?"..mi chiede.
"Il proprietario de bar"..rispondo.
"E' il marito di mia sorella"
Senza parole.

Mi ha augurato tutto il meglio e mi ha messo in mano un sacchetto di plastica. Dentro:uova sode, formaggio, pane, vino e dolcetti. Manca la frutta e Spiros si scusa per questo. La prossima volta non mancherà.

Fine

26 mar 2007

24 mar 2007

La storia di Santorini...continua

Ho tutto il giorno davanti a me per girare l'isola.
Alcuni amici mi avevano parlato di una spiaggia meravigliosa che dovevo assolutamente vedere: la spiaggia rossa (cocchino paralia).
Lascio la macchina e mi incammino a piedi.
La spiaggia rossa è davvero rossa. E il mare di un azzurro intenso.
Nella parete di roccia che circonda la spiaggia ci sono due grotte. Sono due bar.
Un sole tiepido mi invita a sdraiarmi sulla sabbia rossa..e ripenso alla gentilezza di Spiros.
"Calimera copella mu!" (Buongiorno ragazza mia). Un signore anziano si è seduto accanto a me senza che me ne accorgessi.
Mi spiega che è il proprioetario del bar, quello aperto. Mi invita a prendere un caffè. Perchè no?
Nella grotta fa freddo. Non sembra un bar. C'è solo un tavolo con due sedie e un fornello.
L'anziano si infila dietro una tenda e ne esce con una bottiglia. Mi dice che non posso non assaggiare il suo vino, lo fa lui con le migliori uve dell'isola. E si sa che a Santorini l'uva è buonissima.
Sono le dieci di mattina, preferirei un caffè, ma si...un bicchiere di vino non può farmi che bene!!
In un bicchiere di vetro opaco l'anziano versa il vino...buono!! E quando il bicchiere si svuota lo riempie di nuovo. Inizia a parlarmi di lui, ma io non capisco tutto quello che dice.
Ha ottanta anni. Vive da sempre sull'isola e non è mai stato da nessun'altra parte. Vive con sua moglie. E' una donna anziana che non ha più voglia di fare il suo dovere..ma lui, nonostante l'età, è ancora pieno di energie..e di voglie.
Questo l'ho capito.
Decido che è meglio andare.
Spiego all'anziano che ho pochi giorni per vedere l'isola, che mi fa piacere parlare con lui ma che si sta facendo tardi.
Lui insiste per farmi bere un altro po' di vino.
Lo ringrazio, ma proprio non mi va..devo andare.
Mi alzo per uscire..ma mi ritrovo sulla sedia con la faccia dell'anziano spalmata sulla mia. Mi tiene immobile. Cerco di alzarmi ma non ci riesco.
Dice qualcosa che non capisco.
Mi bacia..vuole solo un bacio..dice.

L'anziano mi ha lasciato dei segni rossi sulle braccia.
E per fortuna voleva solo un bacio.

Continua...

23 mar 2007

La storia di Santorini...continua

La moglie di Spiros, sbucata da non so dove, entra in sala con un vassoio. Non capisco neanche quando e come lui le abbia detto che c'era un ospite. Lei, sorridente, mi offre una tazzina di caffè e poi, sollevando un centrino, scopre un piattino pieno di dolci. Ci tiene a dirmi che sono freschi, li ha fatti lei il giorno prima.

Spiros mi fa salire sulla sua jeep e io gli spiego dove si trova la macchina. Mi dice che in questo periodo, dato che non ci sono turisti, il comune non ha ancora fatto risistemare le strade.
Sono stata sfortunata, dice. Sono finita nella strada peggiore di tutta l'isola.

La seicento non si è mossa. Ci aspettava. Spiros la unisce con una corda alla sua jeep. Mi spiega quello che devo fare : accellerare quando alza il braccio, smettere quando lo abbassa...proviamo.
I primi tentativi non vanno per niente bene e mi sembra che Spiros si stia un po' demoralizzando. Sbuffa e dice qualcosa in greco che proprio non capisco. Si guarda intorno come se cercasse aiuto nella terra, negli alberi, nel cielo. Riproviamo. Niente. Riproviamo. Niente.
Ma poi, all'improvviso :"Kala!! Kala!!!" (e vai!!!)
Spiros ride, urla, batte le mani, mi abbraccia! Ce l'abbiamo fatta!! E' contentissimo!!
Siamo pieni di polvere quanto le due macchine ma Spiros non se ne accorge. Saltella come un bambino e ringrazia qualcuno o qualcosa guardando il cielo.
Dice che ora posso ripartire per il mio viaggio sull'isola più bella del mediterraneo...ma devo assolutamente tornare a trovarlo. Mi spiega che ha una Taverna (locale tipico greco) nella spiaggia di Mesa Pigadia, in questo periodo è chiusa, ma lui ci va ogni giorno per sistemarla un po'. Se nei prossimi giorni trovassi un momento per passare da lui ne sarebbe felicissimo.

Continua...

20 mar 2007

La storia di Santorini...continua

Sinceramente sarebbe potuta andare meglio.
La seicento proprio non ce la fa a risalire. Le ruote girano a vuoto e alzano polvere e sassi.
E adesso che faccio? Restare ad aspettare non serve a niente, forse è meglio se vado a cercare qualcuno che possa aiutarmi.
Arrancando su per la salita scivolosa penso:"Se fossi venuta ad agosto la strada non sarebbe stata in queste condizioni e sulla spiaggia ci sarebbe stato un bar aperto..mannaggia a me! Questa è l'ultima volta..."

"Kalimera. Eco provlima me to aftochinito" (buongiorno, ho problemi con la macchina). Col mio greco sgangherato cerco di spiegare cosa mi è successo.
I quattro operai mi ascoltano con attenzione, anche perchè non deve essere facile per loro capire quello che sto dicendo..non credo che il mio accento sia proprio impeccabile.
Pare abbiano capito. Mi consigliano di andare da un certo Spiros, un signore che vive non lontano e che ha una jeep. Se è in casa mi aiuterà di sicuro, dicono.
E Spiros è in casa. Un uomo di cinquant'anni, baffi bianchi e lunghi.
Cerco di spiegare anche a lui quello che mi è successo. Mi ascolta in silenzio, mi scruta. Ho la sensazione che stia cercando di capire chi sono.
Alla fine del racconto mi guarda dritta negli occhi e mi sorride.
Dice che può provare a darmi una mano, ma prima...ci vuole un caffè...mi devo rilassare un po'.
Continua...

19 mar 2007

La storia di Santorini

Chi sa perchè, tra tutte le migliaia di isole greche, ho scelto di andare proprio a Santorini? Forse perchè mi ha sempre affascinato la storia di questo piccolo pezzo di cratere che sbuca dal mare e della sua testarda popolazione. I terremoti hanno distrutto per secoli, ritmicamente, le case degli abitanti dell'isola. Questi non se ne sono mai voluti andare anzi, hanno sempre ricostruito quello che era stato distrutto, sempre meglio, sempre più bello e colorato...fino a creare quello che c'è oggi:tante case bianche sullo sfondo nero della terra vulcanica. La vita che vince sulla morte.
Il traghetto mi lascia lì alle otto di sera. Il porto praticamente non esiste,c'è solo il molo e un "rent a car". Chiedo informazioni ad un uomo, uno dei tanti che passano le giornate ad aspettare i turisti, cartello in mano in 4 lingue:affitto camere,noleggio auto,vendo sigarette...
Ad aprile di turisti ne arrivano pochi, così l'uomo ha il tempo per chiacchierare un po'. Mi spiega che l'unico modo per arrivare al paese più vicino è affittare un'auto.
E gli autobus che vedo lì in fondo??
No. Non mi avrebbero portato da nessuna parte. Non funzionano.
Vabbè.
Vado al rent a car e noleggio una seicento. La signorina mi offre anche una stanza, sigarette, cibo tipico a prezzo modico. Rifiuto gentilmente e mi infilo il suo biglietto da visita nello zaino.
Devo sbrigarmi a trovare un posto dove montare la tenda..sta già facendo buio..salgo in macchina e faccio qualche km senza un'idea precisa, seguo dei cartelli...sbagliati...e alla fine imbocco una strada sterrata in discesa, al buio. Mille buche.
Alla fine la discesa si addolcisce e mi sembra di essere arrivata al mare, intravedo una piccola spiaggia ciottolosa e decido che va più che bene per passare la notte. Non dormirò comodissima ma, almeno, domani mattina mi svegliero in riva al mare. E con la luce del giorno capirò dove sono finita.

Continua...

7 mar 2007

Fine della statistica

Bene, la settimana di tempo per la statistica è finita.
Il risultato è clamoroso! Delle tre persone che hanno partecipato...nessuna conosce la pianta nella foto ( una è ancora incerta..non si è capito bene se conosce la pianta o no, ma abbiamo appurato che è in crisi nera ). Ne consegue che il 100% degli intervistati non conosce la pianta del cacao. Abbiamo fatto una figuraccia stile U.S.A.

1 mar 2007

Piccola statistica



Qualche tempo fa chiacchieravo con un amico che gestisce un agriturismo da queste parti. Mi diceva che gli americani che vanno da lui rimangono a bocca aperta quando scoprono che l'olio si fa con le olive. E che le olive crescono appese ad un albero. E che dentro hanno una cosa dura che non si mangia. Direte voi..e che ti aspettavi dagli americani? Quelli comprano tutto surgelato, imbustato, cotto, precotto...che non sanno neanche che forma ha un pomodoro. Avete ragione, senza dubbio è così.

Poi, oggi, facendo una ricerca su internet, ho trovato questa immagine. Chi di voi sa che cos'è? Vorrei fare una piccola staistica. Ma non barate, siate sinceri. Guardate l'immagine e lasciate un commento: la conosco/non la conosco.

Grazie per la gentile collaborazione!

24 feb 2007

Frammenti di discorsi poco amorosi tre

Sabato sera al pub

A: Oh regà!! Dopodomani parto pe Amsterdam!! Arrivo e me butto subito in un coffee shop..mariuana, funghetti, de tutto!! Voglio tornà scemo!!!

(pensiero: tranquillo, parti avvantaggiato)

B: Oh ma che stai a dì?? Valencia fa 2 milioni e mezzo de abitanti..è un terzo de Roma!

(pensiero: questo a Amsterdam c'è già stato)

Dedicato a Letizia...

16 feb 2007

Scusate ancora

Le storie devono aspettare ancora un po'...scusate.

Oggi il tg dava la notizia che stanotte si spegneranno le luci dei principali monumenti italiani. Questo per sensibilizzare l'opinione pubblica ad un uso responsabile dell'energia.
Va bene, niente in contrario al fatto che la gente creda che spegnere una lampadina faccia bene al pianeta...anche perchè è vero.
Però volevo farvi riflettere sul dato che i consumi domestici incidono per un modesto 2% sulle emissioni totali di co2.
Questo significa che la restante parte viene prodotta dalle industrie. E se si pensa al fatto che una fabbrica lavora a ciclo continuo, 364 giorni all'anno (credo che almeno la notte di Natale qualche fabbrica si fermi), non è difficile credere che sia così.
Però mi dispiace dovervi comunicare che questa sera nessuna fabbrica spegnerà una sola lampadina..né c'è ragionevole possibilità di credere che lo farà domani o dopodomani.
Soprattutto non si fermeranno quelle fabbriche che continuano a produrre elettrodomestici ad altoconsumo energetico (come i forni a microonde), nè domani scompariranno le pubblicità in tv che vi invitano a comprare asciugatrici elettriche per la biancheria (perchè lo stendino che non comsuma energia non ci piace più), né vi toglieranno la ADSL che vi spinge a stare con il computer acceso tutto il giorno per scaricare e scaricare e scaricare.
Qual è dunque il vero significato di una manifestazione come "m'illumino di meno"?
Bhè..farci credere che spegnendo una lampadina possiamo fare molto, così saremo soddisfatti di noi stessi e penseremo che siamo bravi cittadini. Peccato che poi ci rimangiamo tutto scaldando un bicchiere di latte nel microonde..e peccato che le vere responsabili delle emissioni di co2 (le industrie..di tutti i tipi)continueranno a usare tutta l'energia di cui hanno bisogno.
Stasera spegniamo le lampadine! Lo farò anche io perchè credo sia davvero un bel gesto! Ma non spegniamo il cervello per favore!!

15 feb 2007

Un appello piccolo piccolo

Oggi chiacchieravo con una ragazza. Una tipa sveglia,anche se si è definita razzista. In tasca aveva due cellulari, nella borsa ne aveva un'altro e mi ha raccontate le vicissitudini degli altri tre o quattro che ha cambiato nell'ultimo anno.
Fermo restando che ognuno è libero di spendersi i soldi che si guadagna come vuole, colgo l'occasione per fare un appello piccolo piccolo.
Vi rimando ad una pagina web che spiega sinteticamente cos'è il Coltan, da dove lo prendiamo e come lo usiamo.
Vabbè che siamo abituati a non farci tanti problemi sulle conseguenze dei nostri consumi, vabbè che ci da fastidio quando ci fanno notare che quel paio di scarpe che portiamo forse l'hanno cucito dei bambini etc..etc...ma ogni tanto soffermiamoci. Xalarà è nato proprio come spazio di riflessione. Usiamolo.
http://www.indicius.it/torpore/coltan.htm
Comunque il mio appello non é "non comprate i cellulari"...lo so che ne abbiamo bisogno tutti...ma forse si può non esagerare.

13 feb 2007

Un bacio su un bancone freddo di legno un giorno freddo d'inverno

Un bacio su un bancone freddo di legno un giorno freddo d’inverno
un petò en un banc fred de fusta un dia fred d´hivern

La prima volta che la rividi nevicava. Nei suoi occhi. Erano
La primera vegada que la vaig tornar a mirar nevava. Als seus ulls. Eren

come punti “.” Che qualcuno digitava senza sosta sulle sue retine di
com punts “.” que algú teclejava sense parar sobre les seves retines de

colore marrone scuro. Tac tac tac tac tac. Avevo vissuto sette anni con lei
color marró fosc. tac tac tac tac tac tac. Havia viscut set anys amb ella

ed erano due anni che vivevo senza di lei. E non so quanto tempo era che vivevo
i feia dos anys que vivia sense ella. I no sé quan de temps que vivia

tra le due cose. In tutto questo tempo di assenza non eravamo riusciti a
entre les dues coses. En tot aquest temps d´absència no haviem aconseguit

guardarci. Ci eravamo visti, però….però….nessuno sguardo. Nessun salto
mirar-nos. Ens haviem vist, peró .... però.... cap mirada. Res de saltar

nel vuoto dei suoi occhi come avevo fatto per anni. Sette. E ora che
al buit dels seus ulls com sí que havia fet durant anys. Set. I ara que

alla fine lo facevo…nevicava. Ti assicuro che era così. Nevicava. Non era una
per fi ho feia....nevava. T´asseguro que era així. Nevava. No era una

tempesta. Né un temporale. E nemmeno faceva freddo. Né c’era vento. Né i colori
tempesta. Ni un temporal. Ni tan sols feia fred. Ni vent. Ni els colors

erano grigi. Né le acque ghiacciate. Né la gente portava sciarpe
eren grisos. Ni les aigues glaçades. Ni la gent portava bufanda i ni

guanti né camminava, né andava e tornava, di fretta, molto di fretta, come se il
guants nii caminava, ni anava ni venia, depressa, molt depressa, com si el

freddo stesse circolando nelle loro vene e arterie. Né gli alberi
fred estigués circulant per les seves venes i artèries. Ni els arbres

erano nudi senza foglie. Né si vedevano le ciminiere vomitare un fumo
estaven nus sense fulles. Ni es veien les xemeneies vomitant un fum


biancastro verso il cielo. Nè i pensieri erano di caminetto e cappotto.
blanquinós cap el cel. Ni els pensaments eren amb llar de foc i amb abric
.
No. Nè no. Infatti era tutto il contrario. Però nevicava nei suoi occhi. Come
No. Ni no. De fet era tot el contrari. Però nevava als seus ulls. Com

punti “.” Che qualcuno digitava senza sosta sulle sue retine di color
punts “.” que algú teclejava sense parar sobre les seves retines de color

marrone scuro. E i puntini nuotavano come in un mare tranquillo, più che in un
marró fosc. I els puntets nedaven com en un mar tranquil, més que en un

mare, era come se nuotassero nella superficie di un bicchiere. D’acqua. Un bicchiere
mar, era com si nedèssin en la superfície d´un got. D´aigua. Un got

d’acqua riempito sette giorni fa e lasciato sul marmo freddo di una cucina. Così
d´aigua ompert fa set dies i deixat sobre el marbre fred d´una cuina, Així

era il bicchiere e l’acqua e la superficie e i puntini di neve che nevicavano nei
era el got i l´aigua i la superfície i els puntets de neu que nevaven en

suoi occhi. Un bicchiere. Pieno fino a l’orlo. Sul punto di straripare. Sul punto però no.
els seus ulls. Un got. Ple fins a dalt. A punt de vessar. A punt però no.

L’acqua che esce da sopra, sfidando le leggi, tutte, sconosciute per
L´aigua sortint per sobre, desafiant les lleis , totes, desconegudes per

me, tutte combattute e vinte dal bicchiere. Come la superficie di un bicchiere
mi, totes desafiades i guanyades per el got. Com la superfície d´un got

più pieno d’acqua che il bicchiere stesso. Così nuotavano i puntini di neve dei
més ple d´aigua que le mateix got. Així nedaven els puntets de neu dels

suoi occhi. E si fondevano nei suoi occhi. Come la neve e l’acqua. Si fondevano.
seus ulls. I es fonien. en els seus ulls. Com la neu i l´aigua. Es fonien.

Lentamente si fondevano. E alla fine ho pianto. Io. E lei. E le lacrime,
Lentament es fonien. I finalment vaig plorar. Jo. I ella. I les llàgrimes,

come tutte, erano salate. Come la vita. Salata. Come una tequila. Con limone
com totes, eren salades. Com la vida. Salada. Com un tequila. Amb limona

e sale. E la neve si fondeva nei suoi occhi. Come la vita. Si fonde con i miei occhi.
i sal. I la neu es fonia als seus ulls. Com la vida. Es fon als meus ulls.

Ogni secondo di vita è un puntino di neve che si fonde con i miei occhi. Questo è
Cada segon de vida és un puntet de neu que es fon als meus ulls. Això és

quello che ho visto quando l’ho guardata due anni dopo dei sette che avevo
el que vaig veure quan la vaig mirar dos anys després dels set que vaig


vissuto con lei
viure amb ella

Ferran-Vic-Barcelona

12 feb 2007

La storia dell'assicurazione

L'altro giorno Maria Grazia si è intrufolata nel palazzo del comune, senza farsi vedere è entrata nell'archivio ed ha cominciato a cercare. Non essendo pratica di catalogazioni, numeri e lettere incomprensibili, si è persa nei meandri degli scaffali. Un impiegato del comune, sceso in archivio con una pila di documenti da sistemare, l'ha trovata seduta per terra, tutta piena di polvere e circondata di fogli che, evidentemente, non erano quelli che cercava.
Impiegato: " Ma...Maria Grazia..che ci fai qui?"
M.Grazia: " Niente, niente. Ho solo bisogno di alcuni documenti", continuando a sfogliare a testa bassa il pacco di fogli che aveva tra le gambe.
Impiegato: " Ma..scusa..me lo potevi dire, te li avrei trovati io i documenti,no?"
M.Grazia: " No...è che ho fretta, mi servono per domani."
Impiegato: " Appunto...sicuro faccio prima io di te...e poi...che stai guardando?? Quelli sono gli atti di vendita dei fornetti del cimitero.."
M.Grazia: " Ah.....bhè...no, non cercavo esattamente questi...credevo.."
Impiegato: " Insomma..che ti serve?"
M.Grazia:" Mi servono i vecchi verbali del consiglio comunale, di quando papà era consigliere."
Impiegato: " Ma..non credo ci siano ancora. Di che anni si tratta?"
M.Grazia: " Del 1965,1966..più o meno."
Impiegato: " Va bene, te li cerco, aspettami qui."

Impiegato: " Mi dispiace, qui non ci sono, forse sono rimasti nel vecchio archivio, o forse ce li siamo persi durante il trasloco."
M.Grazia: " Va bene, non fa niente. Spero che bastino i verbali della Proloco e della Banda e le locandine del teatro.."
Impiegato: " Ma..non per farmi i fatti tuoi..ma che storia è questa? A che ti servono le locandine del teatro? E i verbali della Proloco? E quelli della Banda? "
M.Grazia: " Sai..papà aveva un'assicurazione sulla vita. Domani devo andare a parlare proprio con gli assicuratori. Mi hanno detto che se porto dei documenti che provano che papà aveva una vita sociale attiva, insomma che nel paese non era una persona qualsiasi ma uno che conoscevano tutti e che si dava da fare, l'assicurazione paga di più..."
Impiegato: " Ah..bene. E io che credevo che la morte era la livella che rendeva tutti uguali.."

9 feb 2007

Avviso importante dalla Spagna

Sappiamo bene che i musulmani fondamentalisti ( potenziali terroristi ), si oppongono al consumo di alcol e considerano un peccato capitale guardare una donna nuda che non sia la propria. Per questo motivo rivolgiamo un appello affinchè giovedì prossimo ( 15 feb. 2007 ), alle 12.00, tutte le donne corrano nude per i propri uffici e che tutti gli uomini corrano dietro di loro con una birra in mano.
Questo ci aiuterà a scoprire i terroristi che vivono tra di noi al fine di catturarli e deportarli. Quegli uomini che faranno facce schifate dovranno essere immediatamente arrestati; dopo ci occuperemo noi dei dovuti accertamenti per separare i gay dai veri terroristi.Il mondo libero e democratico vi è grato per questi sforzi nella lotta contro il terrorismo. Speriamo nella collaborazione di tutti. Collabora!!

Grazie al mister commenda per aver sottoposto alla nostra attenzione un documento così importante.

5 feb 2007

La storia della rivista al bar

"La più grande disgrazia della società contemporanea è la mancanza di attenzione."
Avevo letto quella frase distrattamente su una rivista, al bar, mentre bevevo un cappuccino, quella stessa mattina. Non riuscivo a togliermela dalla testa. Chi l'aveva detta quella frase? Bo. A proposito di che? Bo. Che diceva esattamente quell'articolo che stavo leggendo? Non mi ricordo. Che cos'è che mi ha distratto mentre leggevo l'articolo? Non mi ricordo neanche quello.
Forse mi ha distratto il pensiero che avevo lasciato la macchina parcheggiata male e che rischiavo una multa. Oppure pensavo al cappuccino che, come al solito, era troppo bollente e mi ci sarebbero voluti almeno cinque minuti per berlo. No...no...non è questo.
Non importa. L'importante è capire il significato di quella frase.
Mentre cammino schivando i passanti il mio unico pensiero è quella frase.
Mancanza di attenzione...mmm...forse siamo poco attenti a quello che ci succede intorno, al fatto che quando compriamo qualcosa al supermercato mettiamo i soldi nelle mani sbagliate..e che anche quando mettiamo i soldi in banca li mettiamo in mani sbagliate, o forse si riferiva al disinteresse totale che abbiamo verso il bene comune, al fatto che chi ci amministra ruba tranquillamente i nostri soldi e noi non ce ne accorgiamo, o forse parlava delle guerre...si..ecco..le guerre che si fanno in tutto il mondo per interessi economici e che ci vengono spacciate per missioni di pace e noi..niente..lì fermi e zitti, o no..no..ancora meglio, gli ogm..certo! Quello che mangiamo! Non ci stiamo per niente attenti. Ci danno certe schifezze e noi a pagarle care..vai! Mmmm...no..troppo banale.
Penso..penso..mi vengono in mente mille cose, ma tutte scontate, tutte cose che, in fondo, l'attenzione, anche solo di pochi, l'hanno attirata.
Attraverso la strada a testa bassa..pensando..pensando...ohhhhhhh...ma quel pazzo quasi mi mette sotto!! Ohhhh...guarda dove vai! Sto pazzo...

4 feb 2007

Finestra sulle dittature invisibili

La madre che si sacrifica esercita la dittatura della dedizione.
L'amico sollecito esercita la dittatura del favore.
La carità esercita la dittatura del debito.
La libertà del mercato ti consente di accettare i prezzi che ti impongono.
La libertà d'opinione ti consente di ascoltare quelli che esprimono opinioni a tuo nome.
La libertà di scelta ti consente di scegliere il condimento con il quale sarai mangiato.



Eduardo Galeano

Frammenti di discorsi poco amorosi due

A:"Non diciamo stupidaggini. Hai mai letto un contratto nazionale qualsiasi? Il lavoratore ha solo diritti e il datore di lavoro ha solo doveri. E i lavoratori se ne approfittano."
B:"Su questo ha ragione, dai."
C:"Guardate che quando parliamo di lavoratori e di datori di lavoro parliamo di persone. Il diritto dovrebbe limitare, in teoria, che uno s'approfitti di un'altro. Poi la pratica la facciamo noi esseri umani. Se dai al lavoratore la possibilità di prendere uno stipendio senza lavorare..lo fa. Se dai al datore di lavoro la possibilità di usare il lavoratore come un qualunque altro input..lo fa."
A:"Ma tu mi devi spiegare perchè se io ti assumo, perchè sei brava, intelligente, fai bene il tuo lavoro, poi tu, quando hai un contratto a tempo indeterminato smetti di fare quello che facevi prima, io non ti posso licenziare."
C:"Bhè, non è così. Se hai una giusta causa mi puoi licenziare."
A:"Ma tu mi devi spiegare che interesse avrei io, imprenditore, a licenziare una persona che fa bene il suo lavoro, mica sono stupido!"
C:"Bhè..magari perchè non te la do..o non ti faccio la serva."
A:"Ma dai! Queste sono situazioni paradossali!"
C:"Magari per te, perchè sei un imprenditore equilibrato. Ma ci sono datori di lavoro che ti licenziano senza motivo...o ti spingono ad andartene..."
A:"Ma dai! Tu e questi tuoi discorsi da comunista..che banalità, che noia! Sempre a dipingere il datore di lavoro come uno che se ne approfitta, che non versa i contributi e che ti tiene in schiavitù..."
C:"ma..."
A:"Meno male che io sono furbo. Sotto i 15 dipendenti non serve la giusta causa per licenziare, allora io ho 14 dipendenti...e poi una ditta che lavora per me con altri 14 dipendenti..e io licenzio chi mi pare..hahahaha"

1 feb 2007

Frammenti di discorsi poco amorosi uno

A:"Senti, a me non me le devi raccontare tutte queste storie da no global ,hai capito? Io non arrivo a fine mese e tu mi parli delle multinazionali che sfruttano i nigeriani. Ma che me ne frega a me dei nigeriani! Sono tanto sfruttanto io!"
B:"Appunto."
A:"Appunto che??"
B:"Vedi? Tu e i nigeriani già avete qualcosa in comune:siete sfruttati."
A:"E vabbè, sono sfruttati anche i cinesi, ma come mai di quelli parliamo tutti male? Perchè fanno le magliette meno care delle nostre e ci faranno morire di fame!"
B:"Bhè...guarda che quelli che ti parlano male dei cinesi perchè sfruttano i bambini e mangiano i cani sono gli stessi che poi portano le fabbriche lì e ci speculano e tolgono il lavoro a te."
C:"Ha ragione!! Guarda che tutto quello che vendo al negozio è fatto in Cina, te lo giuro. Pure Rocco Barocco o Laura Biagiotti! Tutto fatto in Cina!!"
A:"Allora bisogna chiudere le frontiere!"
B:"Bhè certo..così muoriamo di fame veramente!"
A:"Senti, si stava meglio quando si stava peggio! Qui ci vuole la dittatura!"
C:"Ecco fatto! Mo stiamo a posto! Ci mancava solo Mussolini!"
A:"Dite quello che vi pare ma io prima penso a salvare me e poi gli altri."
B:"E meno male. Allora quando stai per affondare avvertimi,così mi preparo,grazie."

30 gen 2007

La visione di Nino

Eravamo li, ipnotizzati dalla quantità di sfumature che il rosso può corteggiare in un tramonto; attorno alla sagoma del porto vecchio, sugli alberi delle poche navi attraccate, sulle vetrate dei palazzi lungo paralia, sull’acqua, le guardavamo palpitare e mi sorprendevo a immaginare quelle sfumature nei nostri occhi, mi domandavo se ciò che provocavano dentro aveva lo stesso sapore, se il silenzio che ascoltavamo era lo stesso. Abbassai la testa per arrotolare una sigaretta controvento e tornai a sentire, quasi mi bruciai il naso per accenderla, e tornai a vedere. Eravamo li, appollaiati su una sorta di piattaforma ai bordi di una piazza che il lungomare creava serpeggiando per il golfo, approdati li dopo un pomeriggio passato alla deriva per le vie del centro, dopo i soliti scali nei soliti porti franchi. (Chissà se anche in loro l’odore forte di mare morto strideva con quello caramellato dei venditori di lukumadhes). Mi girai a guardare Valeria, i suoi occhi due cespugli d’erica in fiamme. Sospirò compiaciuta,appena sorridente, con l’espressione di chi si è appena svegliata: -Pita cipriota?- disse, L’espressione entusiasta di Vanni e Mark era chiara: pita cipriota. Passammo davanti a uno spettacolo di strada con alcuni tizi vestiti da indiani d’america che ballavano e cantavano litanie sciamane con le adidas ai piedi. Come legati da un segreto comune, ci facevamo largo tra la folla.

28 gen 2007

La storia dell'indirizzo

Francesco è un ragazzo di 30 anni che lavora in un'agenzia di lavoro interinale in una città del centro-sud d'italia. Anche il suo lavoro è precario..giustamente.
Una mattina qualunque risponde al telefono : una pizzeria cerca un pizzaiolo a tempo indeterminato. Bene, bene...Francesco inserisce i dati nel computer..indirizzo della pizzeria, numero di telefono..etc..etc...

Un'altra mattina qualunque entra nell'agenzia un giovane marocchino. Cerca lavoro. Si è sposato da poco e la moglie aspetta un bambino. Dice che l'unica cosa che sa fare è il pizzaiolo. Sorride.
Nell'agenzia..silenzio. Nessuno dice niente. Gli consigliano di ripassare più in là, per il momento non c'è richiesta di pizzaioli, neanche per brevi periodi.
Vabbè. Il giovane marocchino ringrazia e se ne va.
Francesco :" Scusate, esco un momento, devo fare una telefonata urgente".
Esce sulla strada, si guarda intorno, vede il ragazzo marocchino, lo rincorre, gli passa un foglietto nella mano :" Questo è l'indirizzo di una pizzeria, vacci subito,corri, cercano un pizzaiolo a tempo indeterminato".

Un'altra piccola storia di rivoluzione quotidiana che ho rubato in giro. I proprietari di questa storia si facciano sentire se credono che non sia opportuno pubblicarla.

Scritte

Scritto su un muro di Montevideo
NIENTE IN VANO. TUTTO IN VINO

A Buenos Aires
HO ..AME. MI SONO GIà MANGIATO LA F

A Quito
QUANDO AVEVAMO ORMAI TUTTE LE RISPOSTE
CI HANNO CAMBIATO LE DOMANDE

23 gen 2007

L'allegato di Jordi

Oggi mi è arrivata l'e-mail del mio amico Jordi, che sono mesi che non si fa sentire ma mi invia le catene..cerchiamo il lato positivo : almeno so che è vivo.
La lettera è vuota ma c'è un voluminoso allegato da scaricare; titolo : SUERTE.
Ci metto un po' a scaricarlo, dato che nel mio paese non tutta la tecnologia è arrivata ( por suerte..aggiungo io), però ne vale la pena.
Si apre una pagina color crema con un bordo rosso e blu.. e parte anche una musica stile coro in chiesa la notte della vigilia.
Fare click.
Il testo recita più o meno :
IL DENARO PUò COMPRARE UNA CASA, MA NON UNA FAMIGLIA
IL DENARO PUò COMPRARE UN LETTO, MA NON IL SONNO/SOGNO
IL DENARO PUò COMPRARE UN MEDICO, MA NON LA SALUTE
IL DENARO PUò COMPRARE IL SANGUE, MA NON LA VITA
IL DENARO PUò COMPRARE UN OROLOGIO, MA NON IL TEMPO....

QUESTO è UN ANTICO INSEGNAMENTO CINESE, HA GIà FATTO IL GIRO DEL MONDO 8 VOLTE, MANDALO A VENTI PERSONE E AVRAI FORTUNA.

PENSA CHE PAOLO, CHE L'HA PRESO SUL SERIO, DOPO 4 GIORNI HA VINTO UN MILIONE DI EURO ALLA LOTTERIA

GIULIO, CHE NON CI HA CREDUTO, HA PERSO IL LAVORO MA DOPO AVERLA MANDATA è DIVENTATO RICCO.

A PASQUALE, CHE NON CI HA CREDUTO, SI è AMMALATO IL FIGLIO...

Bene. Che questo sia un antico insegnamento cinese ci posso anche credere. Ma quello che viene dopo credo sia la massima rappresentazione dei nostri tempi. Non la smettiamo di credere che siamo circondati da una massa di dementi.

20 gen 2007

Finalmente...

Finalmente è arrivato un segnale. Manuela e la sua poesia.
Laciatevi ispirare.

La poesia di Manuela

Scacciare
le mosche dai pensieri

Sentire
le farfalle nel cuore

Trovare
un posto sulla terra
oppure sull'orlo della luna.

Stati mentali
di operazioni troppe volte
poco reali.

ma provo
a
guardare
oltre.

18 gen 2007

Parentesi romana due

Parentesi romana due
Sull’autobus.
Una donna al telefono.
“Sì?.ciao..sto sull’autobus..bhè sai..ho un braccio ingessato e quindi è più difficoltoso…mi sono tagliata un tendine..non mi ricordo..non credo di averlo fatto a posta..non ne sono sicura…..sempre per lo stesso problema…sì..sì..voglio tornare a casa..volgio essere a casa tra cinque minuti…non ce la faccio più…ma guarda che non c’è niente di scongelato..come non hai pulito? Ti avevo detto di dare una bella pulita! Vabbè, non fa niente. Come? Sì, sempre da lui anche se l’ultima volta m’ha crepato di botte..no..no..non è stato lui..non me lo ricordo come me lo sono tagliato sto benedetto tendine! Te l’ho detto!! Oh!! Ma non ci senti??..Sì..no…avevo smesso ma poi ho ricominciato subito..bhè..ormai sono tre anni…bò..sarà colpa di questo carattere forte che ho.”

Un consiglio

Un libro trovato per caso.
"Parole in cammino" di Eduardo Galeano.
Storie raccolte un po' in giro per il mondo. Mi sembra di averci trovato lo stesso spirito di Xalarà.

Finestra sull'arrivo
Il figlio di Pilar e di Daniel Weinberg fu battezzato sul lungomare; durante il battesimo gli mostrarono ciò che è sacro.
Ricevette in dono una lumaca : "Perchè così impari ad amare l'acqua"
Aprirono la gabbia di un uccello prigioniero : "Perchè così impari ad amare l'aria"
Gli diedero un fiore di geranio : "Perchè così impari ad amare la terra"
E gli diedero anche una bottiglia chiusa : "Non aprirla mai, mai. Perchè così impari ad amare il mistero.

16 gen 2007

Parentesi romama uno

Aspetto le vostre storie…e nel frattempo vi racconto questa.
Chiedo scusa agli amici stranieri che leggono xalarà perché non ci capiranno niente.

Qualche giorno fa ero a Roma a prendere un caffè con un’amica. Uscite dal bar lei si accende una sigaretta. Una ragazza in motorino, che passa davanti a noi proprio in quel momento, frena di colpo. Il dialogo che segue è reale.
Ragazza : “Scusa, ti dispiacerebbe offrirmi una sigaretta?”
Amica : “No..non mi dispiace. Tieni.”
Ragazza : “Hai anche l’accendino per caso?”
Amica : “Certo, tieni.”
Ragazza : “Scusatemi ragazze, mi vergogno, però ci credete se vi dico che non c’ho neanche i soldi per le sigarette?”
Amica : “Bhè..ci credo, certo.”
Ragazza: “Io non ce la faccio più! Scusate è! Ma proprio..proprio..che umiliazione! Fin quando c’era la lira pure pure..c’avevo la macchina, il motorino, una pizza e una birra non me le facevo mancare…ma mo…sto a annà a cena a casa dei miei perché non c’ho manco l’occhi pe piagne. La macchina me la so rivenduta tre mesi fa. Giusto giusto pago l’affitto. Ma uno che deve fa?? E io lavoro..non è che non lavoro. Dice uno..non lavora vabbè. Ma io lavoro..ma pe che lavoro?? Pe i debiti!!...”
Amica: “…”
Ragazza : “ Scusate è! Mo dite:questa è matta. Non so matta. E’ solo uno sfogo. Perché proprio non ce la faccio più. Scusate…è che ci sono state anche queste feste di mezzo, uno se non spende si sente povero. Vabbè..scusate. Grazie ancora.”

Sia io che la mia amica volevamo dire a questa ragazza che non l’abbiamo presa per matta.

14 gen 2007

La canzone di Iñigo

Lei era una meraviglioso uccello bianco
Con enormi ali bianchi
E io la volevo per me

Avrei dovuto tagliare le sue ali
Per tenerla con me
Ma non sarebbe stata più libera

E io amo la libertà

9 gen 2007

La storia del viaggio...continua

La sera dopo alle otto Iñigo è in cucina che prepara la cena per me e per i ragazzi. Si vuole sdebitare del piatto di pasta..alla faccia di tutti quelli che sono venuti a mangiare da noi e non ci hanno mai invitati!!
Il menù è semplice : cus-cus di verdure. Il risultato : esaltante!
Dopo cena scatta il momento dello scambio culturale in senso stretto.
Iñigo ci canta una canzone in Basco (grandi ragazzi che avete comprato la chitarra!!!!) e noi gli facciamo ascoltare “La ballata dell’amore perduto” di De Anré.
Iñigo è entusiasta. Gli piace moltissimo.
Allora faccio il gesto di prendere il cd per regalarglielo ma lui mi prende la mano e mi dice che chi va in giro in bicicletta non può portarsi dietro molti oggetti, solo molti ricordi.
Mi dice che la cosa migliore che possa fare per lui è scrivere il testo della canzone sul suo quaderno di appunti e insegnargli a cantarla, così, quando sarà in viaggio, potrà canticchiarla tra sé e sé senza aver bisogno di un lettore cd. Come dargli torto.
Domani mattina Iñigo partirà all’alba. Credo che solo Giampiero si alzerà per salutarlo.
Ci salutiamo adesso. Ci abbracciamo forte. Lui mi dice da quando è partito gli abbracci sono la cosa che gli manca di più. Ha incontrato tanta gente nel suo viaggio, tutte persone buone e generose, ma raramente ha potuto scambiare con qualcuno un gesto di affetto come un abbraccio.



Dopo la sua partenza Iñigo ha continuato a scriverci periodicamente delle e-mail e così abbiamo potuto seguire il suo viaggio in medio oriente. Sì sì. Dalla Grecia alla Turchia alla Siria all’Iraq….tutto in bicicletta. Ci ha descritto i posti, la gente e ci ha insegnato qualche parola di turco, di arabo..di quello che imparava per la strada.
Ma questo viaggio non è stato fine a se stesso.
Oggi Iñigo vive in un paese di quattro abitanti nella provincia di Burgos, ha un orto biologico, una piccola serra, un pozzo per l’aqua, una casa da aggiustare e una persona con cui condividere la sua realtà.
Perché quello di Iñigo non è un sogno ma è la sua realtà.

8 gen 2007

La storia del viaggio

Comincio io.
Questa è la storia di Iñigo, una persona che ho conosciuto 3 anni fa. La sua è una di quelle storie che siamo abituati ad evitare perché ci mette di fronte a noi stessi, ai sogni che abbiamo abbandonato, alle giustificazioni che ci siamo dati.
Ve la racconto come posso.

“ Menù turistico : pasta, greek salad, caffè = 3 euro”
Questo è il cartello che noi dell’ “appartamento italiano” abbiamo appeso fuori dalla porta di casa. E’ una presa in giro, come molte delle cose che facciamo da quando ci conosciamo. La verità è che da quando siamo a Salonicco abbiamo fatto cene per tutti..e a noi non ci ha mai invitato nessuno.
Ma Iñigo quel cartello l’ha preso sul serio. Anche io nella sua condizione l’avrei fatto, o almeno avrei tanto sperato che fosse una cosa seria.
Quel pomeriggio di Novembre Iñigo bussa alla porta dell’appartamento italiano e mi chiede se è vero quello che c’è scritto sul cartello. A me viene da ridere..a lui un po’ meno.
Gli rispondo che il cartello è uno scherzo, ma se vuole può entrare. Sto cucinado per me..se si accontenta di un piatto di pasta…aggiungo un posto a tavola.
Iñigo è Basco, parla inglese perfettamente. Parla anche un po’ di italiano, ma solo il necessario per sopravvivere, mi spiega.
Per sopravvivere?
Sì. E’ arrivato in Grecia da due settimane e prima è stato in Italia: Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia…il suo viaggio è iniziato ad agosto da Bilbao, non sa ancora quando finirà. E’ diretto ad est.
Viaggia in bicicletta, porta solo uno zaino..non può permettersi di caricare tanto peso. In genere evita le città, dice che sono pericolose per un ciclista. Dorme dove può e si arrangia con lavoretti di qualunque tipo. A Salonicco ha trovato ospitalità proprio nel palazzo dell’appartamento italiano, ma al piano di sopra. Alcuni muratori gli hanno dato il permesso di dormire lì, in cambio di una mano. Stanno facendo dei lavoretti, nel palazzo non c’è l’ascensore e fa comodo qualcuno che porti al quinto piano i sacchi.
Mangiando scopro che Iñigo parla un po’ di Greco.
Dice che in due settimane passate in campagna con i contadini c’è tempo per imparare..e anche necessità.
Gli chiedo se, almeno per una notte, non voglia magari dormire in un letto comodo. Nell’appartamento italiano ci sappiamo arrangiare.
Mi risponde di no, deciso. Dice che ha paura. Per quattro mesi ha dormito per terra quasi sempre. Ha paura che riprovare la comodità di un letto possa tentarlo a tornare indietro..ma lui vuole andare avanti, meglio non rischiare!

Continua…..

6 gen 2007

Il mese di gennaio

Vogliamo cominciare bene questo 2007? Si?
Allora ho una proposta da farvi.
Dedichiamo il mese di gennaio a noi stessi,alle nostre storie.
Scrivete qualche riga su ciò che VI IMPORTA e mandatelo al mio indirizzo ciaoieia@libero.it
Le pubblicheremo tutte qui, su Xalarà.
Le leggeremo insieme e le condivideremo.
Siamo tanti, da tutta Italia..e non solo.
Vi aspetto.

1 gen 2007

Un breve ragionamento

Ho fatto un breve ragionamento che mi ha portato alla conclusione che una persona non può interessarsi a tutto. Ci deve essere almeno una cosa che, sopra ogni altra, attira la tua attenzione, alimenta il tuo interesse e diventa la tua passione. Poi ci devono essere altre cose che ti incuriosiscono, per le quali ti piace anche spendere un po' di tempo ed energie. Ma poi ci sono tante , ma tante altre cose che ti sfuggono. E' certo che se avessi un po' più di tempo a disposizione nell'arco della giornata potresti interessarti a molte di queste cose che ti sfuggono. Ma la realtà è che siamo limitati (almeno questo è quello che sappiamo di noi ad oggi) e che andiamo per esclusione.
Una volta ho addirittura letto da qualche parte che una persona "normale" non può gestire in modo ottimale più di 10/15 relazioni interpersonali intense (dall'amico all'amante). Non ha energie sufficienti e rischia di perdere il controllo delle relazioni.

Il fatto che le cose che per me sono interessanti coincidono esattamente con quelle che a te sfuggono, cosa vuol dire? Che non possiamo essere buoni amici?
Ci terrei a sapere la tua opinione. Perchè la tua opinione a me non sfugge mai. Anzi...spendo molte energie per tenerla sempre in considerazione.
Perchè TU mi interessi, anche se quello che a te interessa a me sfugge...e viceversa.